SD

SD si sveglia dopo un lungo sonno pieno di sogni.
SD si sveglia ogni volta, e ogni volta non sa perche’ e’ stata in quei luoghi, ha visto o sentito quelle cose.
SD accende il suo telefonino, dentro trova suo figlio, che ha solo pochi mesi, ma e’ gia’ molto maturo per la sua eta’, SD gli racconta i suoi sogni, lui le dice di stare tranquilla che e’ normale sognare cio’ che accade nel mondo, suo figlio ha una voce molto calda, quasi sensuale e le accarezza il sistema nervoso, SD si rilassa ed esce in piazza. Dove trova due signore anziane, che come ogni mattina la rimproverano per il fatto che tiene il figlio nel cellulare.
“Ma e’ cosi’ maturo!” protesta SD, sarebbe un peccato costringerlo in un corpo dove non potrebbe ne’ parlare ne’ muoversi, un corpo con una lingua da addestrare, con delle strutture motorie da allenare.
Le vecchie le fanno notare che quando avra’ 18 anni sara’ pallido e bianco come un mollusco se il suo corpo non prendera’ mai il sole prima. Le affiora alla mente l’immagine dei feti di tritone che aveva visto sulla spiaggia oceanica, nel sogno scorso. Avevano la coda di pesce a forma di conghiglia e il corpo abbozzato, con una testa grande, erano bianchissimi e viscidi e guaivano senza riuscire a muoversi.
SD era connessa, aveva una scheda wireless dietro al naso che la teneva online 24 ore su 24. Si sconnetteva solo quando andava a dormire, perche; non sopportava il rumore della ventola.
SD si era connessa anche quella mattina prima di uscire di casa e aveva automaticamente comunicato le sue coordinate al sistema GPRS che trasferendo i dati in tempo reale ad ogni client che lo richiedesse dava la sua collocazione esatta sulla superfice del pianeta terra in ogni dato momento.
Nel telefonino che teneva appeso al collo all’altezza del cuore, oltre a suo figlio, aveva una telecamera, la telecamera riprendeva costantemente tutto cio’ che era visibile all’altezza del suo cuore, e grazie ad un tracker P2P che sfruttava la banda in upload di tutti gli utenti connessi che scaricavano il suo punto di vista in tempo reale, poteva essere certa di contribuire in ogni momento alla complessita’ del reale.
Che complicazioni.
La chimica l’aiutava.
Si abbandonava a strane serpentine di abissi e apici che non sapeva piu’ in quale vortice scivolasse
l’anima
Carne sicuramente, molta carne. Ed era da questo che SD tutelava suo figlio nel cellulare. L’ellecidi gli donava. Lo rendeva liscio e sensibile al tatto. Una pelle che non invecchia. Era il suo amante ideale
‘Mostro”
“Sei un mostro”
“Ritorna in te, impara ad amare”
“No tu impara”
“No tu”
discussioni infinite sulle jene dei capelli. Il taglio del capezzolo, il calzolaio matto. SD faceva molto uso di chimica.

Il suo amante no.

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