Sono corpi fluidi elettrici (1999)

La caccia è aperta. Sento sapore di ferita. Stringo col mignolo l’impugnatura della spada, ascolto i rumori immobile contro il muro, aspetto paziente perchè deve venire. La paura gli sta paralizzando i polmoni. Respira profondo, manda l’aria nel ventre e nei lombi mantieni il contatto con il terreno, senti il tuo corpo leggero. Sento la sua calda pesantezza.

Sono corpi fluidi elettrici. Piega la testa sul collo verso destra, poi verso sinistra, l’altro si guarda e si chiede cosa e’ successo, quando e’ stato che ha perso le chiavi di casa, quale piccola arteria del suo cervello ha potuto cedere. Ruota il gomito e apre la mano, lascia la spada, china il capo, ruota di nuovo il gomito, chiude l’ano rilassa le spalle, fa un respiro profondo, alza il volto e spinge sul diaframma, il basso ventre si gonfia di aria, muove i piedi mandando il peso sulla punta ma senza staccare il tallone da terra, lasciandolo scivolare come se ci fosse un foglio di carta velina sotto. Avanza con l’anca. Ora sono uno di fronte all’altro, maggiore distanza spezzerebbe il contatto, minore distanza li farebbe implodere. I due triangoli puntano uno sull’altro, non ci sono varchi per entrare e si guardano attraversandosi. Inspira, preme verso il basso, espira piu’ lungo. Inspira, preme verso il basso, espira piu’ lungo . Inspira, preme verso il basso, espira piu’ lungo. Il peso e’ in basso, inspira, invia l’aria nel ventre si apre un varco, entra.

La mia e’ una sessualita’ multipla, che si moltiplica, nel momento dell’atto sessuale moltiplico le mie personalita’, capisci?
No, non capisco
Capisci dunque il problema?
No, non capisco.

Divento multiplo, un animale, una forza senza un nome, mi sento parlare con altre voci, faccio cose di cui non ho memoria, avresti un amplesso con 1000 persone diverse, mi preoccupo della tua incolumita’, cado in terra in ginocchio, punto i piedi per rialzare il ventre, mi porta via di nuovo avvolgendmi il braccio col suo corpo e spingendo verso la mia spalla, mi schiaccia in terra, il viso per terra, la guancia schiacciata, il braccio sotto al corpo, il suo ventre sull’articolazione della spalla spinge verso la testa, espiro, espiro, sibilo, espiro. Allenta il controllo, si allontana, mi rialzo, attacco di nuovo, intercetta il mio attacco nel punto di inerzia, vado a terra mi rialzo. Giu’ di nuovo mentre fa leva sulla mia mano chiudendola verso il polso e spingendo verso la mia testa attraverso la spalla. Ora e’ sopra di me ed io quasi non respiro ma sono contenta di sentire che nulla e’ spezzato.

Divento cavallo se mi guardi negli occhi attentamente capisci che ho gli occhi da cavallo, guardami
Non assomigli ad un cavallo
Si, guardami bene, li vedi i miei occhi?
Si, e’ vero, si stanno trasformando, sono blu grandi e profondi, con il taglio laterale esterno che scende verso il basso e sei biondo, piu’ biondo di come ti ricordo. Capisco che assomigli ad un cavallo, ma non vedo quale e’ il problema
Il problema e’ che nell’atto sessuale le mie personalita’ si moltiplicano e mi attraversano tutte.
Si, ma questo non e’ un problema, anzi.
Nell’atto sessuale mi moltiplico e non so cio’ che faccio, potresti ritrovarti appesa per gli alluci mentre ti tagliuzzo la gola con una lama di balsa.
Ho capito ma non e’ un problema.
Capisci quale e’ il problema?
No
La mia e’ una sessualita’ multipla, capisci perche’ non possiamo avere rapporti sessuali?

L’anca e’ ritratta, irrigidisce le spalle ed alza il respiro afferrando la sua mano destra con entrambe le mani. Ruota di 180° e gli gira la testa. Alza troppo le braccia che non sono piu’ davanti alla sua fronte, perde il centro e si sbilancia indietro mentre l’altro entra profondamente con il piede sinistro e taglia verso il basso mentre avanza con il destro. Lo tiene. La schiena e’ inarcata, le braccia dietro la schiena. Si distende ed espira lentamente.

No, anche la mia e’ una sessualita’ multipla, io mi muovo e cambio forma e specie. Rimango quasi sempre femmina, pero’ ricordo tutto.
Tu non sapresti piu’ con chi stai, capisci?
Si capisco, ma per me non e’ un problema.
Tu non vuoi avere un amplesso con me
Noi non avremo mai un amplesso, non accadra’ mai.

Cade a terra, lo immobilizza mandando il braccio verso la sua testa, la spalla ruota. Si allontana, controlla. Ora sono di nuovo in piedi uno di fronte all’altro.
Si fermano. respirano

Cosa hai preso?
Un quarto di trip per scivolarti dolcemente tra le braccia.
Lo afferra per i polsi.
Noi non avremo mai un amplesso perche’ la mia e’ una sessualita’ multipla, capisci quel e’ il problema?

No non capisco e sono immersa nell’acqua stagnante delle ninfee fino a sopra il pube, sotto l’acqua giochiamo come ragazzini mentre io rollo una canna e tu cerchi di farmela bagnare per fare dispetto. C’e’ tantissimo sole e ci avvinghiamo con le gambe sommerse.

Noi non avremo mai un amplesso perche’ io non posso, le mie personalita’ multiple si manifestano nell’amplesso. Capisci?
No, non capisco e ti abbraccio stretto per attraversarti mentre sento il pavimento che ci trema sotto i piedi e un calore che sale su per le gambe fino senza accennare a diminuire, per un attimo diventi trasparente e abbraccio il tuo scheletro rosso luminoso come una radiografia, ti passo attraverso, ma poi il palazzo crolla, ti perdo tra le macerie, non vedo piu’ nulla e nulla piu’.

La mia e’ una sessualita’ multipla ed e’ per questo che preferisco viverla su altri piani.
Camminiamo di notte vicino al molo ed in un attimo faccio un passo falso e precipito nell’acqua nera del porto. Muoio in un attimo.
Afferra i polsi che tengono i suoi polsi senza sottrarsi al contatto, accompagnandosi con una leggera flessione del busto, richiama le braccia ai fianchi chiudendo i pugni e ritraendo l’anca indietro, porta al suo centro passando per il ventre e poi lascia passare, molto rapidamente porta il mento al collo, si chiude a bozzolo, ruota e si rialza in piedi.
Ora sono uno di fronte all’altro, triangoli impenetrabili, nessun varco.

In un attimo di sessualita’ multipla, la tua e’ una.
Lo so, ho capito.
La tua e’ una sessualita’ multipla, ho capito.
Capisci?
No.
Non capisco affatto perche’ mi infili le dita nei fianche e ridi.

Si inginocchiano uno di fronte all’altro, le mani posate sulle gambe, le dita distese, separate, la spada riposa lieve in terra al suo fianco.
Comunque adesso non ho voglia, oggi non mi va, sono stanca, voglio dormire, non fare rumore, non ti agitare, ti sto vicino ma respiro piano e non mi muovo, sembri mia madre, vado a dormire di la’, fa piu’ freddo ma sto piu’ comoda, senno’ ti monto sopra, lo sai che mi piace dormire a contatto.

Punta gli alluci dei piedi e lei afferra l’arma, ruota l’anca avanzando in ginocchio con un braccio tagliente sollevato per spezzarle il collo tagliando diagonalmente dall’alto verso il basso, senza toccarlo con la lama lei entra nel varco aperto del braccio con tutto il suo corpo rilassato che pesa verso terra.
E’ caduto con un tonfo sordo. I suoi occhi umidi continuano a guardarmi, mentre mi allontano controllando, l’odore e’ buono. Sbatto le palpebre, distrazione di una frazione di secondo e l’aria si sposta , c’è ancora movimento, il suo corpo non è più dove l’ho abbattuto…

Curiosa massa di carne imbelle che ha ripreso vita mi carica di una possente energia attraverso il naso la gola i polmoni il ventre le gambe lo sento il suo movimento che mi trasforma nell’aria che respiro. Scatto come una molla animale. Mordo il volto, voglio fargli scoppiare il cuore ma lui scappa fuori nel buio, s t r i s c i a n e l l’ e r b a, i n d i e t r e g g i a, crede di essere ancora vivo, vive di impulsi nervosi. Io respiro l’energia attorno a me e la rimando fuori fatta di un grido che taglia lo spazio.
Attacco infierendo sul corpo solido inginocchiato, la spada sguainata davanti al mio ventre, avanzo con il piede sinistro, espiro ruotando i polsi verso destra mentre la punta della lama penetra l’occhio e gli attraversa il cranio.
Fumo la sigaretta su cui abbiamo sudato insieme
Alla fine non c’era’ piu’ nessuna oscurita’ che le facesse vedere piu’ chiaro, restava solo una luce cruda.

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