Esperienze RetinoAcustiche

Negli anni ’90 Agnese sperimenta il linguaggio visuale nell’improvvisazione delle feste Rave insieme al gruppo NTSC

Il Delirio della Simulazione

Cresciuti e pasciuti dalla Società della Simulazione con una televisione in bocca che per anni ci ha nutrito di flussi di coscienza controllati non avremmo potuto lasciare fuori dal delirio che riscrive i codici quel corpo che possiede come un fantasma il nostro corpo carnoso

.Dal diaproiettore alla consolle

Alla fine del 1996 il gruppo di AvanaBBs, primo nodo telematico romano, e il gruppo di persone che si occupavano di raveparties nella capitale, si incontrano, l’uno spinto dal desiderio di portare la propria esperienza della simulazione nella festa, il secondo alla ricerca di nuovi stimoli nella creazione degli eventi rave.

Nel 1996 a Roma noi di AvANa avevamo cominciato a immaginare cosa avremmo voluto in più dalle Feste Rave, sentivamo il bisogno di una forma di comunicazione che si integrasse con la musica e che utilizzasse il nostro pane quotidiano: parole e visioni.

 

Ciò che percepivamo dalla scena techno romana era l’espansione di una forte energia creatrice che ci permeava tutti al di là dell’evento. Tra una festa e l’altra da una settimana alla seguente, rimaneva nitida dentro di noi la chiarezza di un esperienza di rottura elaborata insieme che raggiungeva l’apice della sua manifestazione nel momento del raveparty. Sentivamo la città infestata da questo strano organismo mutante, impercettibile, visibile solo da chi, come noi, lo viveva di festa in festa, ciò che volevamo era rendere manifesto questo processo di sovversione in corso, attraverso l’immissione di nuovi elementi nella festa quali, appunto,  flussi di parole e immagini come frammenti dell’empatia: volevamo da una parte costruire un discorso esplicito e condivisibile nel momento dell’immersione nell’esperienza, dall’altra parte volevamo mettere a disposizione di tutti parole e immagini ricombinabili.

 

Nasce cosi’ il 21 dicembre 1996 solstizio di inverno la Fusione di una Macchina da Guerra: una techno simulazione per danzatori guerrieri

Queste prime esperienze retinoacustiche avvengono in un modo semplice, portiamo un diaproiettore, prepariamo nei giorni precedenti alla festa una serie di diapositive con testi esortativi e descrittivi, intesi a creare una situazione di allerta e comunanza in tutti i partecipanti alla festa, ci spingiamo a incidere con i dj (futuri zerozeronowhere) tracce cantate.

#Report del 21.12.996 –Zona Industriale Fiano Romano-

E’ un impressione un po’ a caldo

non vagliata dal confronto dopo il passaggio dell’onda, fatta in un momento di decompressione…

ma, vi dico, che la storia del 21 e’ stata veramente astrale.

illegale azione diretta

lavorare insieme su questo, e mettere in comune un senso, anche solo fatto di suggestioni, fa fluire una potenza indicibile perche’ determinata da una serie di corto circuiti.

pratica, azione, lotta, costruzione di senso e condivisione.

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favorisce la fusione di

Una macchina da guerra

ATTENZIONE

si possono disattivare i circuiti di paura

ATTENZIONE

prepararsi ad entrare in risonanza

Niente accade a caso

EMERGENZA

un’esercito di amanti e’ invincibile

OBIETTIVO IN vISTA

FARE USO STRATEGICO DI SOSTANZE STUPEFACENTI

ATTENZIONE

identificazione degli obiettivi strategici

OBIETTIVO strategico numero 1

ABOLIZIONE DEL LAVORO

niente e’ vero

OBIETTIVO strategico numero 2

LIBERAZIONE DEL TEMPO

tutto e’ possibile

OBIETTIVO strategico numero 3

tutto il potere all’immaginazione

dissinnescare i dispositivi di polizia

vivere gratis

per la conquista della felicita’

qui ed ora

da oggi questa missione e’ diventata possibile

DATA ASTRALE 21 DICEMBRE 1996

SOLSTIZIO D’INVERNO

 

 

L’esperienza e’ entusiasmante e  per favorirla, nei mesi seguenti in occasione di una festa rave al Forte Prenestino csoa romano, Coast e Loop sviluppano un software, la  Sparaconcetti, che consente l’immediata proiezione video di testi preparati precedentemente come un flusso di coscienza collettivo testuale. Accanto al computer per la Sparaconcetti aggiungiamo un videoregistratore, un mixer video, una telecamera; la macchina si complessifica e costruiamo la consolle video. Questo passaggio, almeno per noi qui a Roma, si deve anche in larga parte all’accessibilita’ economica alla strumentazione tecnica, telecamere, televisori, videoregistratori computers ed anche proiettori e mixer diventano di piu’ immediata accessibilita’, in alcuni casi strumenti di uso quotidiano che non e’ difficile reperire. Utilizziamo tecnologia amatoriale, e quello che non è reperibile a livello domestico ce lo procuriamo tramite acquisti collettivi o grazie a rocamboleschi assemblaggi di tecnologia di scarto, feticizzata. Il gruppo video che segue le feste si riformatta da AvANa e si fa chiamare N.T.S.C. (Nuclei Techno Sovversivi Confederati).Il gruppo incrementa strumentazione, esperienze, conoscenza e riflessione pratica sul visuale partecipando all’organizzazione di O.F.F. (Overdose Fiction Festival) per tre anni consecutivi al Forte Prenestino. Le tre edizioni dell’ Overdose Fiction Festival raccolgono gli sforzi di un vasto arcipelago di situazioni che a Roma si occupano di video, Red Spectre, Torazine, Fluid Video Crew, Riot Generation Video e Canale99. Situazioni e persone che si reincontrano e  ricombinano ogni volta nel delirio della simulazione attorno alla consolle della festa.

Nella festa portiamo: mixer video, computer, videoregistratori, telecamera, proiettore e monitors, all’inizio, abbiamo dovuto imparare a districarci in un dedalo di cavi selvaggi; con un mixer ad almeno tre entrate potevamo proiettare i testi del computer, le immagini dal videoregistratore e le riprese del momento con la telecamera, sovrapponendo i tre livelli e creando un dispositivo caotico che consentisse un live set di immagini che andavano a mixarsi in tempo reale con i testi creando ai nostri stessi occhi piccole epifanie inaspettate, esplosioni di senso stupefacenti, e, se fosse possibile una sintassi del caos sembrava quasi tramite il live set video, di coglierne in alcuni momenti un ordine virale.

 

 

.Il Delirio della Simulazione

Poiché il rave si consuma nell’atto ed e’ immediato, il live set video e’ la forma espressiva più consona , la percezione della consolle e’ la percezione di un estensione del proprio corpo organico, una performance techno organica collegata con le emozioni di chi ci mette le mani dentro, manifesta visioni e connessioni recondite, inesplicabili o illeggibili altrimenti.

#Rave al Fintech (Castel Romano) dicembre 997:

contemplazione estatika di uno spazio che ci comprende.

le porte erano tutte aperte e si percepivano nel tubo catodico del ventre.

arriva il punto in cui il sistema nella sua armonia si e’ complessificato e si allarga come una macchia d’olio, come un virus, crea consapevolezza percepibile.. in quel punto c’è’ una pikkola morte.

il giorno dopo ho le mestruazioni

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Una romantica visione del cyborg che dopo quattro anni di esperienze serratissime in ogni tipo di festa osserva la consolle non più solo come un’ubbidiente estensione del  corpo organico, ma bensi’ come il conduttore, il medium, per un altro corpo vero e proprio: un corpo elettrico senza organi.  Non una copia o una metafora per il corpo di carne, ma qualcosa di totalmente altro, che non ha un modello sul quale si ricrea, e’ autonoma e viva, controlla semanticamente (come un vero e proprio codice) il corpo di carne.

L’immagine per noi non conteneva più (o non aveva mai contenuto) il suo referente, il video non e’ mimetico, non riproduce una presunta realtà reale, né nel caso del documentario, né tantomeno, nel caso della fiction. Il desiderio di noi osservatori cresciuti e pasciuti dalla Società della Simulazione, era quello di prendere il controllo della matrice interpretativa e costruire cascate di significati possibili assemblando e riassemblando immagini culturali frammentate, lasciando i significati liberi di vagare senza costrizioni attraverso le griglie delle possibilità culturali. Svincolare questo corpo elettrico dalle costrizioni identitarie, assistere alla sua mutazione in uno spazio transitorio al crepuscolo o all’albeggiare, quando puo’ incontrarsi con il corpo di carne (brandelli senza possesso) ma non per controllarlo, bensi per riflettere le reciproche irriducibilita’ e abbandonarsi alla confusione, un estetica della confusione dove nessuno puo’ essere passivo e se lo e’, questa volta, e’ per sua propria scelta. La consolle video, attraverso cui passa il corpo elettrico, diviene la matrice interpretativa, in molti ci mettiamo su le mani, cambiando le forme del corpo e osservandolo partecipi, ogni sua mutazione e’ un epifania di sangue e mucose. Le forme le linee di luce delle figure si mescolano e si incuneano risucchiate in un fascio di luce nel proiettore, attraverso i cavi corrono dalle consolle ai sorgenti passando attraverso altre frammentate visioni, si arrampicano su per le dita nervose che tastano la macchina, vibrazioni nervose su nastri magnetici riflesso di occhi che guardano dentro spazi deserti: il live set funziona come un data-base che consente all’osservatore di generare non semplicemente deduzioni ma vere e proprie interferenze.

 

Le ultime teorie nel campo della critica dei media e della metafisica della presenza elettronica, riflettendo sull’incarnazione del postmoderno nella cultura pop, osservano che l’esponenziale intrusione della televisione e delle nuove tecnologie comunicative nella nostra vita di utenti/telespettatori, conduce ad un processo di esorcizazzione del soggetto umano: dove una volta c’era una stabile coscienza umana ora ci sono solo fantasmi di decentrate frammentate e sempre piu’ schizofreniche soggetività, dove una volta c’erano “significato” e “storia” c’e’ ora solo un paesaggio infestato da significati vaghi e scivolosi. La distruzione di questo reale storico non potrebbe che farci gioire con lo sguardo puntato su fantasmagoriche cyberarchitetture in espansione che narrano di  liberazione disincarnata e emancipate trascendenze. In questo concetto di Simulazione si perde la metafora della mappa che ricopre il territorio 1:1, non esiste un reale e la sua rappresentazione, non c’e’ referente dell’immagine, il segno sta per se, cio’ che evidentemente resta e’ lo sforzo imperialista dei simulatori dei nostri giorni che tentano di fare in modo che il reale, tutto il reale, coincida con i loro modelli di simulazione costruendo il territorio a partire dalla mappa. I fantasmi che infestano i territori devastati della simulazione possiedono la nostra carne che ha smarrito la sua soggetività umana per fortuna, ma ci sono alieni e sono in mano ai signori della globalizzazione che aspirano ad una totale circolazione delle merci e ad una definitiva sparizione del corpo umano ridotto a brandelli. Le visioni di emancipate trascendenze non fanno per noi perche’ cerchiamo piuttosto l’infezione del simulacro con la carne, la nostra carne. Camminiamo in equilibrio sul crinale della schizofrenia assecondando l’impulso cannibale del corpo di carne che divora il proprio cervello grazie alla chimica pur di assomigliare sempre di più a quel fantasma elettronico che lo infesta allo stesso tempo liberiamo il fantasma elettronico dalle maglie del controllo identitario portandolo con noi nella festa e titillandolo con la matrice interpretativa.

Abbiamo giocato con i nostri corpi elettrici bambini, continuiamo a farlo senza pace per i nostri corpi cavernosi posseduti. Abbiamo giocato con sciami di elettricita’, corpi non nostri, questi non sono i nostri corpi: i nostri corpi senza possesso sono brandelli di carne, oggetto riscrivibile e visionabile, ma questi non sono i nostri corpi finchè posseduti da un corpo senza organi che non riconosciamo. Abbiamo giocato con loro per liberarli, come corpi bambini elettrici in laghi di tossine ed acque elettriche, creando forme mutevoli con la nostra volonta’ e il visuale è la nostra parola: è uno dei linguaggi occulti dei nostri corpi elettrici senza organi. Il corpo elettrico e’ imbrigliato nella rete del flusso informativo quotidiano di questo reale mondo satanico della simulazione e del controllo, che desidera vedere tutto e vuole vederlo prima. Nel rave, attraverso pratiche simboliche di rottura dei codici e dei limiti (occupazioni illegali, assunzione di sostanze psicoattive) il corpo elettrico si libera perche’ non si esperisce piu’ vincolato dai legami reticolari imposti dalla societa’ del controllo, l’azione e’ principalmente simbolica, attraversamento del campo semantico: siamo fuori dal tracciato, fuori dalla mappa, il corpo elettrico che ci definisce la nostra identità e ci possiede non puo’ piu’ controllarci, siamo fuori dal suo dominio e quel corpo e’ ora un corpo fluido libero.

Trascinati dall’emozione e dall’istinto  lo abbiamo condotto, abbiamo condotto il simulacro del nostro corpo elettrico nel rave per farlo collidere con il corpo di carne creando il mostro.  Spossessati nel momento della violenta collisione della danza, lanciati su vibrazioni sonore spezzate -simulazione è realtà  una scommessa suicida in questa società della simulazione dove il corpo di carne vuole farsi elettrico in una metamorfosi mai completa ed è posseduto da un vuoto abissale fatto di statici. Il corpo  posseduto, mezzo mutato e mutilato agisce come un automa a meno che non ne prendiamo coscienza plasmandolo per il nostro godimento. Il corpo posseduto inconsapevole si autocannibbalizza per sparire e assomigliare al suo vuoto elettrico; sul filo del rasoio di questo processo prende coscienza di se. L’assunzione di sostanze psicoattive se da una parte è pratica simbolica di rottura dei codici insieme all’occupazione illegale, d’altro canto è autocannibalismo del corpo che aspira a divorarsi e a sparire: vuole divenire il suo miraggio elettrico, essere infaticabile come il suo miraggio elettrico, percepire tutto come il suo miraggio estatico, muoversi finalmente disincarnato negli spazi extratemporali vivendo l’esperienza di morte: hot line con Gesu’. Che sia chiaro ed evidente che la pratica di autocannibalizzazione del corpo non nasce e si esaurisce nel rave, e’ bensi’ nel rave che una pratica condivisa da tutti in  questa Società dello Spettacolo e del Consumo Sfrenato trova la sua espressione piu’ radicale, disperata e sincera, la scommessa sta nel raggiungere la consapevolezza del processo condiviso, siamo sul filo del rasoio e possiamo vedere in ogni direzione; per anni abbiamo danzato i corpi dell’etere assieme al nostro sudore del corpo organico: reale splatter di organi interni sangue vomito, diarrea, mestruazioni, polvere toner nel polmone, nero di gas sulla pelle, connessioni nervose terminate o sovraeccitate, bava, pupille dilatate, sostanze secrete dal cervello, mucose cerebrali inibite e stimolate,  proteine, lipidi, glutammati e neuroricettori: cannibali del cranio non temiamo le nostre scoperte nello splendido corpo posseduto, oggi possiamo vederlo spossessato erotico riscrivibile: la sua doppia quintupla molteplice forma co/relazionale fatta di dati smarriti o circolanti in uno spettacolo immaginario tendente al limite lo avvolge come una morbida intelligenza che non sa di essere fantasma.

*siamo cani innamorati del nostro vomito prismatico multicolore,

abbiamo giocato i nostri corpi elettrici nello sciame corrosivo delle fucine dell’elettricità, di fronte a golem mostruosi e incontrollabili ondate di senso che ci tornavano dall’esperienza di strade come creazione di connessioni, intercettarsi di visionivisuali delle quali sei il connettore con questo corpo elettrico. Il felice banchetto della simulazione a cui la serpentessa e’ invitata per mangiarsi la coda: che si autocannibalizzi il corpo, nel suo svolgersi vediamo le spire dello spazio

 

Col modificarsi della scena e col dirigersi alla fine dell’alba, verso un nuovo giorno, nella lunga transizione dell’albeggiare, alcuni di noi hanno preferito prendere in mano le telecamere, sganciarle dalla consolle e cominciare a  navigare nella luce spettrale dei capannoni industriali al mattino, questo nuovo giorno e’ adatto per infettare le trasmissioni audiovisive istituzionali, mediante la creazione di brevi montati frutto delle esperienze in presa diretta che solo la lunga notte del rave ci ha consentito di esperire, cosi’ quelli che erano NTSC si sono riformattati el gruppo editoriale televisivo di CANDIDA La TV Elettrodomestica.

D’altronde in altre zone d’europa, olanda-rotterdam, l’esperienza e’ stata inversa: parliamo di N1tr0 TV che dalla produzione di un programma televisivo di due ore settimanali per un TV locale via cavo, diviene installazione er feste RAVE, entriamo in contatto con Titus, di N1tr0 tv nel 1999, invitandolo al Festival di fiction indipendente del forte prenestino, titus porta la sua installazione per le proiezioni, un enorme tenda esagonale che con piu’ proiettori consente l’immersione della dance floor in un prisma di immagini, suoni e colori, una tensostrutture enorme, ma agile leggera componibile e smontabile che lancia TituS  dalla televisione via cavo alla strada delle proiezioni nei grandi eventi techno in giro per l’europa. La videoproiezione diviene traveller e oggi Titus si aggira con il suo studio mobile e le sue esortazioni testuali a distruggere ogni pensiero razionale: Destroy all Rational Thought.

La liquidazione delle strutture ideologiche non puo’ avvenire costruendo nuovi monumenti elettronici, ma piuttosto attraverso un intervento immaginativo e una riflessione critica liberate in un mai_risolto e incerto momento elettronico: l’opposizione agli algoritmi culturali dominanti

Deve essere una questione di intensità che si approfondiscono

E zone di sovversione. Non autonome, ma mutanti.

Non zone, ma virus banditi.

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BIBLIOGRAFIA:

-Jean Baudrillard, Simulations, Semiotext(e), New York

-Critical Art Ensemble, The Electronic Disturbance, Autonomedia, New York, 1994

-Arthur Kroker, Michael A. Weinstein, Data Trash, the theory of the virtual class, St. Martin’s Press, New York, 1994

-Jeffrey Sconce, Haunted Media, Electronic Presence from Thelegraphy to Television, Duke University Press, US, 2000

-Ricardo Dominguez, Interview with the Krokers, ThingReviews, NYC, 1996

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